A qualche giorno dal termine, è possibile tracciare un piccolo bilancio del Seminar Nazionale di Aikido organizzato dalla FIJLKAM a Palermo.
Nel nome della speranza
La location scelta dall’organizzazione per ospitare l’evento è un luogo simbolo della speranza, non solo per Palermo. Il San Paolo Palace è un hotel sottratto alla mafia e diventato un simbolo di rilancio. Una realtà che dà occupazione a tante persone ed è un riferimento per attività congressuali in tutta la Sicilia settentrionale. Poter organizzare qui un evento di una disciplina che promuove il benessere e la dignità della persona in tutte le sue dimensioni ha una sua valenza, non solo simbolica.
I grattacieli non hanno bisogno di basi larghe ma di fondamenta profonde
Per tradizione istituzionale, le attività nazionali federali si sono sempre tenute al centro olimpico di Ostia. Negli ultimi anni si è scelto di adottare una formula decentrata, itinerante. I motivi sono molteplici. Il centro olimpico ospita moltissime manifestazioni, non sempre garantendo la giusta cornice di spazi e di tranquillità ad un evento come un seminar nazionale. Inoltre, alcune realtà territoriali si stanno organizzando dotandosi di vere e proprie cittadelle delle Arti Marziali, che sono valorizzate da eventi di portata nazionale.
Questo porta a condizioni tali per cui la scomodità logistica (ben nota agli amici siciliani e sardi per ogni spostamento verso l’Italia continentale) abbia contribuito a ridurre il numero dei partecipanti rispetto ai recenti eventi nazionali.
A tal proposito, vanno dette però tre cose:
- Nel mondo associazionistico, ci sono molti modi per far figurare numeri. Gonfiare il numero dei tesserati non è così difficile.
- E’ più difficile invece fidelizzare la base, convincendola della bontà di una proposta. Noi c’eravamo quando la Fijlkam organizzò a Isola delle Femmine (PA) il primo stage di Aikido. Nel giro di pochi anni il tatami siciliano si è riempito di praticanti e questa è una prova di una chiara adesione.
- Se l’obiettivo di un movimento è la crescita numerica, occorre ricordarsi che le persone sono attratte da proposte chiare e dal modo con cui allenatori e praticanti comunicano la propria passione. Un primo dan convintamente appassionato incide di più di un maestro che ha in sé le ceneri di un fuoco spento.
Ci sono mille motivi e tutti in sé legittimi per “non esserci” a eventi di questo tipo. Se il non esserci è però una spia di un malessere interiore; se è l’indicatore di una passione che è sopita nel passato; se ci si ritiene in qualche modo “arrivati” ed in una situazione in cui non ci sia nulla da apprendere da una docenza, allora è opportuno interrogarsi non tanto sul senso di appartenenza (alla federazione come ad un EPS), bensì sul senso di trascinarsi senza un obiettivo.
I grattacieli hanno bisogno di pilastri molto profondi e di una struttura capace di reggere in maniera elastica grosse sollecitazioni. Una base non enorme ma nemmeno piccola di persone che praticano e si impegnano quotidianamente per testimoniare, vivere e diffondere i valori di una disciplina è certamente una garanzia di crescita per il futuro.
Per la prima volta da molto tempo, non si sono viste persone abbandonare il tatami, mettersi a tenere conferenze a bordo palestra ma tutti -tutti- sono rimasti a impegnarsi per tutte le ore dell’allenamento. Anche questo è un segno di cambiamento.
La sfera di marzapane
La cultura dell’ospitalità del sud Italia vede a Palermo delle vette di signorilità uniche. Ricevere in dono della frutta martorana come regalo di benvenuto è la parte emersa di un iceberg fatto di piena disponibilità e di una maniacale attenzione perché l’ospite sia contento in ogni aspetto.
Tutte cose che devono diventare uno stimolo per acquisire uno stile di ospitalità e di attenzione all’altro sempre più alto. E di attenzione perché l’evento sia utile in più dimensioni.
Se stage formativo deve essere, allora ben venga l’erogazione della formazione (obbligatoria per chi ha un corso) al BLSD e uso del defibrillatore. Ben venga l’apporto scientifico del nutrizionista per mettere in luce alcune buone pratiche di alimentazione e integrazione per l’attività marziale. Ben venga l’illustrazione di come accedere a finanziamenti per le proprie ASD, gli incontri istituzionali con gli amministratori locali che illustrano i piani sull’impiantistica sportiva…
Il tutto senza togliere spazio alla pratica e ai momenti di convivialità spensierata resa ancora più lieta da una cucina che, rendendo maggiormente rotonda la nostra…sfera dinamica, esige un tributo di ukemi supplementari.
Anche in questo, soprattutto per chi è “dentro” da un po’, si nota un vento di cambiamento. Per parlare di Aikido non si può più parlare “solo” di Aikido.
Un tatami politecnico
L’attuale Commissione Tecnica Nazionale è rappresentata da maestri il cui trascorso tecnico è chiaramente inserito nell’Iwama Ryu e nel Kobayashi Ryu. Chi conosce un po’ di storia dell’Aikido nostrano sa che fino a qualche tempo fa il programma tecnico federale coincideva con il programma dell’Iwama Ryu. La Commissione Tecnica Nazionale ha lavorato negli anni per stilare un programma tecnico unificato, che valorizzasse i vari stili e onorasse così la storia personale di ciascun praticante, facendo emergere meglio i principi, prima ancora delle tecniche.
Un tatami politecnico non potrà mai soddisfare pienamente un approccio pedante alla disciplina. Del resto nessun seminar, di nessun Sensei, è il luogo in cui svolgere un percorso puramente tecnico, piuttosto di indirizzo.
Un tatami politecnico invece è il luogo in cui più dialetti provano a confrontarsi sui medesimi principi, con l’ovvia conclusione che nessuno di questi potrà prevalere -e che nessuno potrà dire di aver compreso fino in fondo ogni sfumatura.
L’augurio è che la quantità di dialetti rappresentati, già ricca oggi, possa continuare a crescere, per contribuire a momenti di confronto. Un confronto che serve per radicare la propria appartenenza valorizzando quella altrui, facilitata da un lavoro comune che anno dopo anno mette in luce i tratti comuni.